




Piccola storia del Bivacco Roberto Rovedatti
Nell’agosto del 2017 è mancato nei boschi della Val Corta Roberto Rovedatti (classe 1949), da lì è nata nei figli l’idea di realizzare un bivacco nella zona che potesse dare un ricordo del suo amore per la montagna e per la Val Tartano, la struttura è aperta dal 29-07-2021 (data del compleanno di Roberto).
Le ricerche della zona ideale si sono protratte fino a inizio del 2020 dove grazie alla grande disponibilità degli eredi di Spini Luigi di Talamona (contadino del maggengo Dondone con parenti camparelli del Dosso di Sotto) è stata acquisita la zona de “La Motta di Postareccio” un piccolo alpeggio per capre del versante Talamonese che scolina sulla Val Tartano.
Per una particolare e singolare conformazione dei confini amministrativi il bivacco è costruito su territorio del Comune di Tartano alla quota di 1850 m.s.l.m.. e dagli anni ’60 il pascolo venne lasciato utilizzare ai caricatori dell’alpeggi Corte e Pustarèsc che salivano con le mucche da latte.
La struttura recuperata da un antico sedime, ripresenta le linee architettoniche dei “Caléc” le semplici baitelle di alta quota in pietra e legno con copertura a teli, scelta condivisa con l’associazione “Furfulèra” (area tematica dell’Associazione Ambientalista “L’Umana Dimora” per lo studio, la conservazione e la valorizzazione delle dimore rurali italiane) gli ampi timpani finestrati dei fronti a capanna ne ripropongono l’armonioso rapporto dei vuoti e dei pieni dell’epoca.
Attorno al bivacco, in collaborazione con il “Consorzio Pustarèsc” (ente privato no profit di miglioramento fondiario) è stato allestito un grande parco selvatico naturale con panche e tavoloni in legno all’ombra di larici e abeti e semplici bacheche in legno che raccontano di Roberto e del suo impegno nella cooperativa sociale “La Breva” e l’associazione “Navicella” di Traona impegnate da anni nell’aiuto alle persone con disagio psichico.
Il Bivacco è dotato anche di telescopio e cannocchiali dell’epoca di Galileo per l’osservazione delle stelle ed in particolare della Luna le cui fasi avevano incidenza sulla vita e lavoro agricolo contadino, l’utilizzo dell’attrezzatura è possibile unicamente contattando l’accompagnatore di media montagna Monti Saverio (www.onestepoutside.it) durante le uscite guidate che organizza con proprio calendario; Lo studio relativo all’osservazione astronomica è stato approfondito con la gradita collaborazione dell’esperto Dott. Invernizzi Luca di Sondrio (Co-promotore dell’Osservatorio astronomico “Giuseppe Piazzi” di Ponte in Valtellina).
Il bivacco è una piccola baita aperta a tutti gli escursionisti autogestita sul modello del Bivacco Aldo e Sergio nell’alpe Torrenzuolo sopra a Tartano; peculiarità della Val Tartano è ormai la presenza di ben 4 strutture a bivacco dislocate nella valle, il primo bivacco fu realizzato nella baita del Tackèer (alpe Gavedo), il secondo nel già citato bivacco Aldo e Sergio (alpe Torrenzuolo), il terzo nel bivacco Viviorobie (alpe Sona) e dal 2021 il bivacco Rovedatti (alpe Pustarèsc) e per chi volesse visitarli in sequenza (in 2/3 giorni) grazie all’apertura del recente sentiero dell’Alta Via della Val Tartano è possibile e interessante.
La particolare posizione pone il bivacco equi distanziato dai paesi di Campo, Tartano e Talamona in una sella che è un passo tra le valli e proprio per Talamona si auspica un gradito utilizzo della sua comunità in quanto la baita è una piccola gemma incastonata nella splendida corona delle sue montagne che viste dal fondovalle avvolgono in modo protettivo il conoide del popoloso paese.
Il bivacco è stato realizzato grazie all’aiuto di tanti volontari e offerte libere di tanti amici che ringraziamo infinitamente nella speranza che l’iniziativa sia gradita e che si comprenda con questo nostro gesto la sola ricerca di continuare nei valori di generosità e altruismo e amore per la montagna che, in silenzio e con il suo semplice esempio, nostro padre ci ha lasciato in eredità.